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La città di Ottone

Serie: Trilogia Daevabad #1

Autore: S. A. Chakraborty


Editore: Mondadori/Oscar Vault


Formato: cartaceo


Genere: Young Adult, Fantasy


Trama:

Egitto, XVIII secolo. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.


Recensione:

La storia si svolge al Cairo dove Nahri, Dara e Alizad incrociano le loro strade.

Nahri è una ladra ventenne. Truffa le persone grazie alla sua parlantina ed al suo acume e, anche se non se ne spiega il motivo, riesce a curare le persone con il suo tocco.

Chiamata ad assistere una ragazzina di dodici anni, libera dal suo mondo di clausura Dara, un djinn guerriero, che si professa immediatamente suo salvatore dalle forze oscure che la circondano.

Iniziano così il loro viaggio avventuroso verso Daevabad, la lucente Città di Ottone, dove il principe Alizad sogna di rivoluzionare il dilagante regime corrotto.


Sono rimasta delusa dalla lettura (tra l’altro lunghissima), malgrado la Chakraborty abbia ben descritto quei mondi alternativi dove leggenda, tradizione e mito si fondono tra loro.

L’ambientazione è quella tipica dei luoghi orientali, con fredde notti e bollenti giornate. Con deserti aridi e invivibili e città dalle cupole maestose.

Lo stile è buono, nulla da dire ma troppo descrittivo, tanto da rendere il testo pesante e noioso in alcuni punti, diventando leggermente più movimentato soltanto nella seconda parte della storia.


Malgrado il glossario presente nelle ultime pagine, si fatica veramente a memorizzare e districarsi fra nomi, coalizioni e differenti popoli.

I diversi tipi di esseri rappresentanti dei quattro elementi della Terra, la terminologia tipica della cultura araba, molto ampia e particolare, che richiederebbe uno studio sicuramente lungo e specifico, mi hanno confusa rendendo il tutto difficile da seguire.


Mi sento quindi libera di affermare che, malgrado il viaggio avventuroso che mi sono prestata a leggere sia stato ricco, ho avuto più volte il desiderio di abbandonare la lettura, che ho terminato soltanto perché mi sono presa l’impegno di recensirla.


Se siete in grado di districarvi fra terminologie inconsuete e memorizzate immediatamente nomi e luoghi, questo libro vi trasporta in un mondo tutto da visitare ma se come me, faticate a ricordare gli stessi nomi dei protagonisti principali, lasciate perdere perché, capire cosa sta succedendo a chi, vi distoglie dal captare la bellezza di questa lettura.


Copia ARC fornita dalla casa Editrice Mondadori che ringrazio

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