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Nelle sue mani

Serie: Fallen Alphas #1

Autore: Mary Durante


Editore: Self Publishing


Formato: ebook


Genere: Omegaverse



Trama:

Gli Omega devono mostrarsi docili, ansiosi di servire gli Alpha come lui. È ciò che Zeke si ripete anche quando lo spogliano dei diritti e della libertà, gli mettono un collare e lo cedono come fosse un oggetto a un uomo con un freddo sorriso e la sfida negli occhi.

Da fiero guerriero, si ritrova costretto a piegarsi e a obbedire, diventando un sicario al soldo dell’Omega che lo possiede, in un mondo dove gli Alpha sono gli emarginati.

Dopo quasi un anno di prigionia, Zeke è pronto a tutto pur di ritrovare la libertà, per avere la rivalsa su una società tanto sbagliata e su quel padrone da cui sta cominciando a diventare ossessionato.

Per Jaden, gli Alpha sono animali, ma anche una bestia feroce può avere un’utilità, se guidata da una mano severa. Una volta informato della cattura di Zeke Nox, riconosce subito in lui il Segugio, uno dei più pericolosi nemici del suo popolo. Dovrebbe ucciderlo, ma la possibilità di avere un guerriero simile ai propri ordini è troppo allettante per rifiutarla. Quando sceglie di tenerlo per sé, è convinto di riuscire a domarlo, così da renderlo la perfetta pedina per i propri scopi.

Ma l’Alpha sa fingere, è pronto a chinare la testa, se costretto, aspettando il momento giusto per riprendere la propria lotta. E forse, questa volta, Jaden ha trovato un avversario su cui non sarà in grado di prevalere.

Avvertenze: Omegaverse, presenza di temi forti quali schiavitù e dubbio consenso. Primo libro di una serie di tre, ma con storia autoconclusiva.

Recensione:


«Scopri il collo, Nox.»

«No.»

Quel bastardo di un damerino si protese verso di lui, tanto che il suo odore tornò a scombinargli i pensieri.

«O il mio collare, o un'esecuzione pubblica. Ti do cinque secondi.»


E’ cresciuto con un ideale ben radicato nella sua testa. Addestrato a diventare un moderatore pronto a mantenere l’ordine con tutti i mezzi, anche quelli meno leciti.

Un’esistenza vissuta a metà, la sua, dedita all'unico scopo che conosce e che porta avanti con forza e inossidabilità. Che riempie lo spazio che lo circonda e il tempo a sua disposizione.


Non hai mai pensato di vivere per te stesso?”


Un dilemma che non gli compete, che non sente suo, fino a “lui”.

I dettami con cui è stato sfamato si sono impossessati, come un cancro ben radicato nella carne del suo essere, portandolo a combattere contro un’indole che, invece, la sua stessa natura reputa giusta. Contro qualcosa che vuole e che gli è necessaria, ma che non può permettersi di ottenere. E può mantenere forte l’ideologia impostagli, soltanto ricordandosi le cicatrici che gli sono state inferte.

Jaden è un Omega. E’ nella sua natura essere docile e remissivo nei confronti di un Alpha ma è abituato a combattere contro quella natura sbagliata, con tutti i mezzi, anche tentando di domare il “segugio”, l’Alpha guerriero in suo possesso.


Zeke Nox è l’Alpha divenuto schiavo. I suoi diritti gli sono stati tolti come la sua libertà. Ha imparato in poco tempo, ad obbedire ed a chinare la testa. E’ tenuto legato al guinzaglio che Jaden tiene ben stretto tra le mani. Però la sua natura di combattente letale e sanguinario, non è stata scalfita ma soltanto nascosta sotto una umiltà fittizia, necessaria ma non voluta.

La convivenza fra l’Omega carceriere e l’Alpha sconfitto, è segnata da un percorso che li porta ad instaurare un rapporto malsano, che non rispecchia i dettami di una natura giusta ma che, malgrado questo, riesce ad incrinare due figure forti, permettendo all'altro di insinuarsi, poco alla volta, all'interno di ogni crepa, fino al momento in cui tutto cambia.

Ma volere non sempre coincide con potere ed è inutile, per Jaden, voler odiare Zeke quando sa bene di non poterlo fare. Non gli resta che riversare, la forza che scaturisce da quell'odio, verso se stesso, mantenendo inalterato il proprio atteggiamento ribelle, cozzando contro la forza che sprigiona il suo Alpha.


«Sai che potrei trattarti molto peggio di così.»

«E perché non lo fai, allora?»

[…]

«Perché sei il mio Omega.»”


Quando per uno non esiste più sottomissione e, per l’altro non c’è più la voglia di brutalizzare per far capire di essere superiore, è il segnale indiscutibile che qualcosa è andata persa, che la prospettiva è cambiata e che una nuova comprensione, più profonda, si è instaurata fra i due.

L’idea di un avversario spezzato e tremante, che li accompagna dall'inizio della schiavitù, non è più appetibile, trasformandosi in un fastidio sordo che lacera dall'interno.


«Ho visto le cose in un’altra prospettiva. Non si può sempre fare la guerra, Zeke.»

[…]

«Allora è un peccato, perché è quello che sappiamo fare meglio.»”


Il confine fra odio e amore non è mai stato netto e preciso fra i due e, nel momento in cui entrambi diventano liberi di poter scegliere senza restrizioni, devono stare attenti a ciò che desiderano perché, nel momento in cui questo si avvera, la perdita diventa totale e più simile ad una condanna piuttosto che ad una vittoria.

Dopo la sconfitta in guerra, adeguarsi al nuovo mondo è difficile, soprattutto se, alla memoria, continuano a tornare momenti passati.


Sei un prigioniero, non puoi nemmeno uscire di casa, […]

Posso.

Per fare cosa? Camminare da schiavo in strade che percorrevi da uomo libero? […] può fingere di tenerci, e forse ci tiene davvero, ma resti comunque asservito. Resti comunque suo.”


Ho abbandonato un altro libro perché attratta da questo. L’ho iniziato come momento di pausa, per ricaricare le batterie che l’altra lettura stava velocemente scaricando, e mi sono ritrovata in un sortilegio che mi ha stregata e dal quale non sono riuscita più a staccarmi, fino a quel segno di punteggiatura che ne ha decretato il finale in cui speravo.


Con una scrittura fluente e un ritmo incalzante la Durante si conferma una garanzia.

Ora, non mi rimane che tornare alla lettura accantonata con la speranza che non passi troppo tempo, prima di poter leggere la storia degli Alpha che hanno fatto da contorno a questa.

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